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Descrizione estesa
Sin dagli inizi del Trecento entrambe le chiese erano patronato della famiglia Acquaviva, del ramo dei duchi di Atri e conti di San Flaviano. Utili notizie sulla storia di San Salvatore sono fornite dall'iscrizione posta accanto all'ingresso laterale del fianco destro, nella quale sono citati il papa del tempo, Giovanni XXII, il sovrano regnante, Roberto d'Angiò, e il feudatario del luogo, Francesco Acquaviva, nonché la data 1331 e il nome del "magister Gentilis de Ripatransoni". Esiste qualche dubbio interpretativo riguardo l'intervento di Gentile di Ripatransone, che secondo il Gavini (Gavini 1927, edizione 1980) dovrebbe essere il costruttore o l'impresario dei lavori piuttosto che l'architetto. La giustificazione data dall'autore risiede nel fatto che i Benedettini avevano l'uso di elaborare lo schema dell'edificio per poi farlo eseguire da maestranze scelte. Da ciò si è potuto ipotizzare che il termine "magister" stia ad indicare forse uno scultore, se si attribuisce a Gentile il bassorilievo con l'"Agnus Dei" che porta inciso il suo nome. La stessa data del 1331 sembrerebbe da prendere come termine "ante quem" piuttosto che come riferimento cronologico preciso, dal momento che non vi sono elementi sufficienti per ricondurre la costruzione dell'edificio proprio a quell'anno. I caratteri stilistici della chiesa non permettono comunque di allontanarsi troppo da questa data. Al di là delle incertezze di carattere storico e documentale, dal punto di vista architettonico la chiesa presenta una struttura molto vicina a quella dell'abbaziale di Santa Maria di Propezzano, rispetto alla quale è sicuramente successiva. La pianta è rettangolare di circa 20 metri per 40, suddivisa in tre navate ciascuna di cinque campate. L'abside è assente e le ultime campate inizialmente svolgevano la funzione di coro mentre ora sono usate come presbiterio e sacrestia.