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Descrizione estesa
Sullo sfondo è raffigurata la chiesa romanica con un piccolo porticato al centro; a sinistra c'è l'entrata principale con una coppia di colonne che reggono un fregio sopra il quale sono raffigurati dei santi. Sullo spiazzo in primo piano troviamo contadine in costume con ceste piene di uova, un asinello ed altre figure. L'opera reca, in basso a sinistra, la firma autografa dell'autore. L'acquerello faceva parte della Collezione Bindi ed è conservato presso la Pinacotaca Civico Vincenzo Bindi di Giulianova. La chiesa dedicata a S. Maria propitia pauperi e l'annesso monastero, situati nelle vicinanze del paese di Morro d'Oro, sono di origini antichissime (una bolla di Bonifacio IX fissa la leggenda di fondazione al 10 maggio del 715 sul luogo in cui si narra sia apparsa la Madonna). Il complesso architettonico odierno appartiene alla fine del secolo XIII, fu rimaneggiato nel sec XV quando venne allargata la chiesa, e ancora nel XVII. Fu abbazia benedettina fino al secolo XIV ma ben presto passò sotto il patronato dei duchi di Atri. Alla sistemazione tardo duecentesca (1285) appartiene l'attuale facciata asimmetrica costituita da tre parti di diversa altezza: la parte destra è accorpata nel convento e termina con la torre campanaria quadrangolare, naturalmente ricostruita sulle antiche fondazioni dell'antica torre romanica. La parte centrale, più alta e a coronamento orizzontale secondo la tradizione del romanico abruzzese, culmina in un cornicione sostenuto da archetti pensili incrociati in laterizio. Al centro un sobrio rosone, pure in laterizio, modellato a cinque cornici concentriche, ripete elementi decorativi di tradizione romanico-bizantina. Durante il restauro della facciata condotto negli anni Settanta è comparso sotto gli intonaci un secondo rosone, più in basso e spostato verso destra, più piccolo e più semplice, appartenente alla facciata del precedente edificio romanico. L'irregolare prospetto è preceduto da un portico a tetto, addossato alla facciata romanica, con tre archi ogivali sostenuti da tozzi pilastri cilindrici, sotto il quale si trova il portale e resti di affreschi quattrocenteschi. La parte sinistra della facciata, pure a coronamento orizzontale, culmina anch'essa con una cornice sostenuta da archetti pensili intrecciati in laterizio. In basso, in corrispondenza della navata di sinistra, si apre la splendida Porta Santa scolpita dai lapicidi atriani (Raimondo del Poggio, con probabile datazione 1315). L'interno della chiesa è a tre navate scandite da pilastri che sorreggono campate a tutto sesto e conserva resti di affreschi quattrocenteschi. Suggestivo è il chiostro quadrato a due ordini di colonne in laterizio.
Informazioni: Bibliografia: Di Giacomo S., Consalvo Carelli, Napoli 1901. Grassi G., I pittori Carelli, Napoli1929. Napier F., Pittura napoletana dell'800, F. Fiorentino, Napoli 1956